L'incipit.

Incipit... che diavolo sarà mai questo incipit? Non vi preoccupate, è semplice: dire incipit è più o meno come dire inizio, punto di partenza di un romanzo o di un racconto.
Come deve essere questo incipit? Sarò approssimativo se dico che deve essere semplicemente ben fatto, ma così è e così deve essere: l'inizio è importantissimo, è il modo in cui si presenta il testo agli occhi del lettore. D'accordo, l'abito non fa il monaco, ma se vedo uno che indossa un saio... la prima cosa che mi viene in mente è: quel qualcuno è un frate. Allo stesso modo se il vostro incipit è mediocre il lettore penserà che tutto il vostro testo sia mediocre... e probabilmente non tarderà ad abbandonarlo.
Non c'è un modo a priori migliore di un altro per scrivere un incipit, però ci sono modi peggiori di altri: volete disgustare il lettore? Bene, partite subito con un bel turpiloquio e il gioco è fatto. Volete farlo sentire un cretino o, meglio ancora, fargli capire che dubitate delle sue capacità mentali? Perfetto, cominciate con il banalissimo "C'era una volta..." o cose simili (ok se state scrivendo una storia per bambini o se avete intenzione di dare un taglio ironico alla cosa, ma solo in questi due casi). Volete annoiarlo ancor prima che arrivi a pagina 3? Eccellente, partite seduta stante con una morale o con una predica. Volete togliergli ogni curiosità, ogni stimolo a proseguire nella lettura sin da subito? D'accordo, raccontategli già nel primo paragrafo come finirà la storia (una volta lessi un testo di un emergente... be', cominciava più o meno così: "Come aveva fatto a non arrivarci prima?! Sì, ora era chiaro nella mente di Ezra, era Philip l'assassino! E pensare che fino ad allora non aveva mai sospettato di lui... Ezra si versò un goccetto di acquavite e attaccò a pensare a come tutta questa storia ebbe inizio. Era un plumbeo giorno di marzo quando lo chiamarono dalla centrale per comunicargli che in città c'era stato un omicidio e ad occuparsi del caso sarebbe stato lui...").

Un consiglio che mi sento di darvi è quello di non partire troppo lontano dallo svolgersi della storia vera e propria. Per capirci, se volete scrivere di un militare che combatte in Iraq non attaccate a raccontare di quando era bambino che giocava coi soldatini, ma cominciate, per esempio, da un telefono che squilla... chi ci sarà dall'altra parte? Un suo superiore che gli dice che deve partire nel giro di un paio di giorni.
Un inizio che personalmente trovo molto buono, capace di solleticare parecchio la curiosità del lettore, è il cosiddetto incipit in media res. Che roba è un incipit in media res? Abbiamo questo tipo di incipit quando il romanzo trova il suo inizio nel bel mezzo degli eventi. Ok, forse questa va spiegata meglio. Vi faccio un esempio... il testo comincia così: il nostro personaggio corre come un pazzo, poi, di punto in bianco, si tuffa dentro un cassonetto della spazzatura. Si nasconde. Ha il cuore che va a mille. Sente dei passi. Trattiene il respiro quando il rumore si fa più vicino a lui. E' terrorizzato. Silenzio, poi ancora passi, ma questa volta vanno in direzione opposta, si allontanano da lui e dal suo nascondiglio. Si porta le mani agli occhi e tira un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo.
Questo è solo un esempio sbrigativo, ma state sicuri che se avessi dedicato più tempo allo sviluppo di questo incipit, allo stile e al linguaggio, il lettore si sarebbe chiesto chi e perchè stava inseguendo il nostro personaggio... per farla corta, sarebbe incuriosito e stimolato a continuare a sfogliare le pagine del testo.

Capito?

Commenti