Parlando di trama... l'obiettivo e l'ostacolo.

Ci sono due modi per scrivere una storia:
  • prendere carta e penna e attaccare a stendere il romanzo. Le idee ci arriveranno mentre scriviamo.
  • scrivere seguendo una trama già ben studiata e progettata.
Tutti e due sono corretti, ma all’inizio è preferibile usiate il secondo. Per buttar giù la storia man mano che viene in mente è necessaria molta esperienza, un’ottima memoria e una gran capacità di districarsi tra le parole: è un modo di procedere corretto ma assai rischioso, specialmente per autori alle prime armi. Tuttavia molti scrittori affermati scrivono o hanno scritto in questa maniera.
Il secondo è un metodo più affidabile. Per partire è meglio usare questo.

L'OBIETTIVO E L'OSTACOLO.

La prima cosa da fare è decidere quale sarà l’obiettivo finale del protagonista.
Ad esempio, l’obiettivo di John (il nostro protagonista) potrebbe essere quello di diventare campione mondiale di pugilato.

Una volta trovato quello che sarà l’obiettivo finale del personaggio occorre porre degli ostacoli al raggiungimento dello stesso. Creando nuovi ostacoli automaticamente emergeranno nuovi micro-obiettivi o obiettivi parziali.

Ad esempio potremmo fare in modo che John si scontri con il terribile Mike:

L’obiettivo finale rimane immutato (John vuole diventare il campione).

L’ostacolo (il dover scontrarsi con Mike) crea un obiettivo parziale (John vuole battere Mike).

Il faccia a faccia con Mike è un ostacolo immediato (una volta battuto il rivale, John ha risolto il problema) e potrebbe essere inscritto in un solo capitolo. Esistono, tuttavia, anche ostacoli che si protraggono nel tempo:
John vuole diventare campione (obiettivo finale).

La madre di John non vuole che suo figlio si avvicini ad uno sport così violento (ostacolo che si protrae nel tempo).

John vuole far capire a sua madre che per lui stare sul ring è una cosa davvero importante (obiettivo parziale).

Questo è un tipo di ostacolo che si potrebbe sviluppare in più capitoli, anzi, potrebbe addirittura inscriversi in gran parte o addirittura in tutto il romanzo: nel capitolo 1 la signora potrebbe esortare verbalmente il figlio ad abbandonare il pugilato, nel capitolo 3 potrebbe nascondergli i guantoni, nel capitolo 7 potrebbe avergli trovato un lavoro assai remunerativo che però non gli lascerebbe tempo di allenarsi e così via.

Perché occorre porre degli ostacoli al protagonista? Perché gli ostacoli creano conflitto, e il conflitto crea tensione. E’ la tensione che fa immedesimare il lettore nel protagonista, che spinge il lettore a ‘tifare’ per il protagonista e a voler sapere come va a finire la storia… Chi legge deve domandarsi ‘riuscirà John a vincere il titolo?’. Se riusciamo a creare un testo in cui il lettore sia coinvolto (grazie alla tensione) possiamo star tranquilli che tutte le pagine del nostro libro verranno sfogliate.
Per contro se non ci sono ostacoli non ci sarà conflitto e di conseguenza non ci sarà immedesimazione del lettore. Vi faccio un esempio:

John (non è un pugile, ma un insegnante) vuole spedire una raccomandata (obiettivo finale). Si reca alla posta e parla del più e del meno con l’impiegato allo sportello. Spedisce la raccomandata.



Qui, come è facile notare, non è possibile fare il tifo per nessuno (non c’è alcun tipo di conflitto). Sapete cosa succederà? Se siamo fortunati il lettore storcerà il naso e, pieno di noia, andrà avanti per un po’ nella lettura, ma se anche le scene seguenti non presenteranno ostacoli chiuderà il libro definitivamente. Se siamo sfortunati? Butterà immediatamente il nostro libro nella pattumiera.
Ora dovrebbe essere chiaro: in una buona storia sono presenti degli ostacoli… e aggiungo che gli ostacoli migliori (per il vostro testo) sono quelli difficili da superare, quelli cioè che rappresentano una sorta di incubo per il protagonista.

Un bravo scrittore sistemerà la storia in modo tale che la tensione cresca mano a mano che lo scritto va avanti. Come si fa? Ecco una piccola traccia che potete seguire:
a- Stabilire l’obiettivo finale.
b- Individuare possibili ostacoli al raggiungimento dell’obiettivo finale, atti a rendere dura la vita al protagonista.
c- Ordinare gli ostacoli dal ‘più facile’ al ‘più difficile’ da affrontare.
d- Se ci sono ostacoli che si protraggono nel tempo occorre fare in modo che questi assumano gradualmente maggior importanza e maggior rilievo nello scorrere del testo.

Con questo non intendo dire che l’inizio deve essere fiacco (in modo da rendere forte il finale), anzi l’inizio deve essere tosto… ed il finale esplosivo. Ricordatevi che un romanzo che presenta lo stesso livello di tensione dall’inizio alla fine è una romanzo ‘piatto’, noioso.

Per rendere chiaro il concetto di ‘conflitto’ vi ho fatto un esempio facile: il pugilato è pieno di ‘conflitto fisico’, e il conflitto fisico tra due personaggi è quello più semplice a rendere l’idea. Tuttavia è possibile inventare una quantità infinita di tipologie di conflitto: John potrebbe essere un alpinista intrappolato in un crepaccio (qui il conflitto è legato alla sfida uomo-natura). Il nostro protagonista potrebbe anche essere un semplice ragioniere che ha il cuore diviso in due: non sa decidere se rimanere fedele alla brava e dolce consorte… La bellissima e affascinante Giulia, la nuova domestica, lo attrae tantissimo ed è difficile rimanere indifferenti alle sue moine ( in questo caso il conflitto è interiore al personaggio, si tratta di prendere una decisione difficile).
Approfondiremo il concetto parlando di scene.

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